Le piccole e medie imprese italiane potrebbero presto affrontare un aumento dei costi sui contratti di leasing a causa di nuove normative europee. Il settore del leasing, che finanzia quasi 35 miliardi di euro l'anno, è sotto pressione a causa di due cambiamenti normativi che rischiano di rendere più oneroso e complesso l'accesso al leasing per le imprese.
Nuovo regime IVA e impatto sui contratti di leasing
Uno dei problemi principali riguarda il possibile cambiamento nella gestione dell'IVA al 22%. Attualmente, l’IVA viene pagata in modo rateizzato durante la durata del contratto (metodo “pro-rata”), ma una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea potrebbe richiedere il versamento dell'intera imposta alla fine del contratto. Questo significherebbe un aumento dei costi iniziali per le imprese, poiché dovrebbero anticipare l'IVA per intero, aumentando notevolmente l’esborso complessivo per un’operazione di leasing.
I vincoli di Basilea 3 e i rischi per il credito
Le nuove disposizioni di Basilea 3, pensate per aumentare la solidità delle banche, potrebbero classificare il leasing come “credito ad alto rischio”, richiedendo alle banche di riservare più capitale per tali finanziamenti. Questo potrebbe portare le banche a considerare i leasing come operazioni più rischiose, aumentando i tassi d’interesse e limitando l’accesso al credito per le PMI.
Le istituzioni italiane e l’intervento sperato del “banking package”
Assilea, l’associazione del leasing, sta facendo pressione su istituzioni come il Ministero dell’Economia e Banca d’Italia affinché si giunga a una normativa più flessibile. In parallelo, il Trilogo europeo (il dialogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione UE) sta valutando il “banking package”, un pacchetto di misure che potrebbe ridurre i requisiti di capitale, alleviando così i costi per le imprese.
In questo contesto di incertezze, le PMI devono tenersi aggiornate e prepararsi ai possibili cambiamenti.
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