A distanza di mesi dalla sua pubblicazione, riproponiamo lo studio svolto dalla società di consulenza Simon-Kucher & Partners che ha evidenziato quali sono i settori dell’economia più e meno colpiti dalla crisi causata dalla pandemia.
Non ci sembra sia cambiato molto da giugno 2020 e le osservazioni ci paiono quantomai attuali nonostante le azioni messe in campo.
Dalla fotografia scattata, che valuta l’evoluzione della domanda attraverso l’andamento di vendite e consegne, emergono quattro scenari così riassunti: imprese minacciate, sopraffatte, sovraccariche e prospere.
Gli scenari che emergono mostrano che: la domanda muta a seguito dei cambiamenti nelle preferenze dei clienti, in base all’atteggiamento verso il rischio ci sono delle variazioni di approccio all’acquisto, le vendite e/o la distribuzione sono influenzate dal variare delle regole legate a distanza sociale, salute e sicurezza.
Possiamo riassumere gli scenari emersi in quattro categorie:
- Imprese minacciate;
- Imprese sopraffatte;
- Imprese sovraccariche;
- Imprese prospere.
Analizzando il grafico risulta evidente che i settori caratterizzati da un’importante componente relazionale e sociale siano stati compliti maggiormente. Ad esempio, il turismo, il tessile - moda, l’HO.RE.CA. e l’intrattenimento.
In posizione intermedia si collocano i settori della pubblicità tradizionale, i servizi alle imprese e, in misura inferiore, i beni di consumo essenziali.
Tuttavia, è di fondamentale importanza ricordare che non tutti i settori sono stati colpiti da una flessione, ne esistono alcuni in controtendenza.
La digitalizzazione dei processi, il bisogno di accedere al mercato del credito e la necessità di arginare e affrontare le conseguenze della pandemia, hanno fatto sì che settori riguardanti software, telecomunicazioni, servizi finanziari, farmaceutici e medicali, siano cresciuti in notevole misura, nonostante il difficile contesto.
Enrico Trevisan e Francesco Fiorese, partner di Simon-Kucher a Milano, così commentavano i dati emersi dall’analisi:
“alcune imprese potrebbero sopravvivere qualche mese in questo stato di sospensione, ma non è certo che possano durare un anno o due. Devono reinventare la loro intera attività. Hanno bisogno di organizzare squadre per ridisegnare il percorso del cliente e trovare nuovi modelli di fatturato e proposte di valore che funzionino in un mondo che convive con il coronavirus. Allo stesso tempo, devono eliminare i modelli di business che non hanno un futuro certo per i prossimi due anni e determinare quali asset hanno un valore potenziale in un aree diverse”.
Considerazioni importanti delle quali ogni imprenditore dovrà tener conto nella sua relazione con il mercato durante i prossimi mesi, affinché sia strategica e misurata.
Il nostro team è sempre a disposizione per un confronto aperto su queste tematiche.